In questa intervista, esploriamo il cuore di un progetto musicale unico che unisce la passione per la salvaguardia ambientale con la forza della musica. Nato dall'esperienza diretta di volontariato con Sea Shepherd e dall’ispirazione ricevuta dai bambini del Piccolo Coro Tab, l’album non solo racconta il rapporto cruciale tra esseri umani e mare, ma trasforma l’arte in uno strumento di sensibilizzazione. Con un focus sulla trasmissione di valori ai più piccoli e sull’importanza dell’empatia verso tutte le creature, l’opera porta in primo piano storie, riflessioni e speranze per un futuro più consapevole e rispettoso dell’ambiente.
Scoprite con noi i retroscena, le emozioni e i messaggi universali che animano questo straordinario progetto musicale.
Il nuovo album è nato in primis dalla mia esperienza diretta come volontaria nelle operazioni di salvaguardia del mare fatte assieme a Sea Shepherd e grazie al contatto con i bambini del Piccolo Coro Tab, con i quali ho realizzato il brano “Nessun Pianeta B”. Ho messo assieme i puntini e ho capito che tematiche come la salvaguardia del mare e la lotta per fermare l’inquinamento sono appunto tematiche che vengono assimilate dai bambini in maniera molto piu diretta e intensa che dagli adulti. Se partiamo quindi dalla sensibilizzazione dei più piccoli, in futuro avremo degli adulti animati da un atteggiamento diverso: saranno adulti che potranno davvero plasmare un mondo all’insegna della cura, della tutela e del rispetto.
Lavorando sul campo, capendo quanto il mare si stia depauperando delle sue risorse, ho capito che era davvero un’urgenza tradurre queste tematiche in un album che avrebbe dato voce ai bambini. Il filo conduttore è il tema l’interdipendenza: il nostro respiro arriva dal mare, è nostro compito proteggerlo da inquinamento e bracconaggio; inoltre tutti gli esseri senzienti sono legati da un equilibrio che se rotto porterà tutti all’estinzione, compresi noi umani. Parole chiave sono quindi: cura, amore, attenzione per il mare e tutte le creature.
Sono molto legata alla storia di Moby Dick, perché questo povero capodoglio è passato alla storia come il capodoglio cattivo che affondò una nave per ira e cattiveria. La storia reale è molto diversa: i balenieri stavano attaccando con gli arpioni tutto il branco di Moby Dick uccidendo molti esemplari del suo branco, tra cui pare un esemplare femmina e quindi Moby Dick, in un atto di difesa nei confronti del proprio branco che veniva sterminato, si scagliò contro la nave per fermare lo sterminio e per proteggere il proprio branco.
La canzone “La storia di Moby Dick” dà quindi voce a chi voce non ha, per passare alle generazioni future il messaggio che la Natura non è cattiva, in realtà si difende dai soprusi dell’uomo.
L’aspetto più interessante è stata l’empatia che i giovani studenti hanno nei confronti degli animali marini e questa empatia è emersa da osservazioni quali: “ma se il polpo ha tre cuori, soffre 3 volte più di noi? / "quando tagliano le pinne allo squalo, è come se ci tagliassero tutte le dita della mano!” E proprio queste osservazioni sono state tradotte poi nei testi.
Ci piacerebbe che si sentissero più vicini al mare e che sentissero la voglia di fare qualcosa per proteggerlo.