Theunskin raccontano il nuovo disco “Behind the Highest Peak”


La rock band
Theunskin racconta il nuovo lavoro discografico intitolato “Behind the Highest Peak” composto da dieci brani che raccontano le vicende di un uomo durante il suo viaggio emotivo attraverso l’amore, la dipendenza, la perdita in un turbinio di saliscendi che porteranno alla definitiva rinascita.
 
Avete un nome decisamente singolare. Come mai avete deciso di chiamare il gruppo Theunskin?
Di fatto non volevamo avere una connotazione letterale che ci facesse dare dei messaggi (che al giorno d’oggi poi sono più controproducenti che altro) e pensando al percorso che ci ha portati a cambiare pelle e quindi a spogliarci di quelle che per tanti anni erano state le nostre tradizioni musicali, abbiamo pensato a questo “senza pelle” con una dicitura più semplice. THEUNSKIN è volutamente scritto senza spazi, senza articoli, lo potremmo definire un… nome proprio di band! Probabilmente il nome più appropriato sarebbe stata la nacked band (band nuda) ma probabilmente ci avrebbero subito bannato dai social!
 
 
La vostra definizione di musica.
Emozionale
Introspettiva
Raffinata
 
Il vostro ultimo lavoro discografico si intitola “Behind the Highest Peak”. Come è nata l’idea di questo disco? Come si è evoluta la sua realizzazione? Quali difficoltà avete avuto?
Behind the Highest Peak: è un concept album che tratta di un sentimento molto nobile e profondo: l’amore. L’amore che nasce come amicizia che diventa talmente intenso da diventare opprimente, tossico. Da qui la perdita e quindi la caduta del protagonista che si troverà a doversi rialzare senza rinnegare il sentimento consumato ma portando tutta l’intensità di quanto provato all’interno di sé. Si è trattato di un’evoluzione complessa, tutti i brani sono stati oggetto di diverse stesure, per fare in modo che le atmosfere rievocassero il significato testuale di ogni brano. Non è stato semplice trovare un registro comune che mettesse d’accordo 5 modi diversi di intendere musica. A rendere ancora più faticosa l’evoluzione, ha contribuito il lockdown, che ci ha costretti a dilatare i tempi di realizzazione.
 
Cos’è cambiato musicalmente da “It’s time to wake up in the dark” il vostro primo album?
“It's time to wake up in the dark” è stato un album più immediato all’ascolto, ma meno omogeneo a livello di sonorità, diciamo che abbiamo prese le misure con un nuovo modo, per noi, di comporre musica è “Behind the Highest Peak” il frutto di una sinergia consolidata prova dopo prova.
 
 
Qualche novità che volete condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Stiamo lavorando ad un nuovo singolo: anche in questo caso ci spingiamo ad esplorare terreni vergini per noi, mantenendo intatta la radice della nostra musica.
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