Ci spieghi un po’ com’è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata quando ero bambino, i miei genitori mi portavano a lezione di pianoforte da una loro amica musicista. Una sera, in tv, ho visto un concerto di Michael Jackson e ne sono rimasto ammaliato, così ho deciso che da grande avrei voluto fare musica.
Il pianoforte l’ho sempre portato avanti fino alla laurea al conservatorio in Pianoforte Jazz. Parallelamente studiavo canto e altre discipline come la recitazione e la danza, grazie alle quali ho vissuto nel tempo esperienze meravigliose nel mondo del teatro/musical, in Italia e all’estero.
Ma scrivere canzoni e fare il producer è la cosa che più mi fa battere il cuore.
Ho iniziato a scrivere canzoni alle medie, all’inizio scrivevo soltanto in inglese. In più a 16 anni è capitato che alcune persone mi facessero l’arrangiamento di un brano, che però non mi era piaciuto per niente e non mi diedero la possibilità di modificarlo, allora mi sono detto: “basta studierò per fare da solo gli arrangiamenti”. Ed eccoci qua :)
I disegni che c’erano nel libro dei primi brani che suonavo con il pianoforte da bambino, pieni di gatti e frutta.
Energia organizzata nel tempo, a servizio dei sentimenti.
I cantanti che ascoltavo da piccolo hanno influenzato molto il mio modo di scrivere e comporre, parlo di Michael Jackson, i Queen e Michael Bublé.
Il mio stile è vestito fondamentalmente di un sound Pop/RnB, dove il pianoforte ha un ruolo centrale. Nel panorama italiano invece, sicuramente Daniele Silvestri e Brunori Sas sono dei punti di riferimento importanti.
Con Finneas (il fratello di Billie Eilish) e Daniele Silvestri.
“Molto di più” è nato quando ero ancora al liceo ed è cresciuto con me fino ad oggi. Per me rappresenta un viaggio mentale, la cui ispirazione è nata da un’importante relazione passata. Questi brani sono una cristallizzazione di sensazioni che nella realtà sono molto di più, amplificate dai contesti della vita di tutti noi. Per questo ho intitolato l’EP così, che poi è anche il titolo della prima canzone.
Di tutto il progetto ho curato testi, musica e arrangiamento/produzione, tutto questo non sarebbe comunque possibile senza il mio team di produzione che ha contribuito a dare vita a questo progetto.
C’è un filo conduttore che lega i brani del disco?
C’è un filo conduttore, ovvero una storia d’amore che inizia e finisce: “Molto di più” è la prima volta che dici “ti amo”, “Chill” è la ricerca di uno stato di relax con il tuo partner, “Jim Carrey” è il giorno di fine della storia, “Mentalmente instabile” è lo sfogo postumo con un pizzico di ironia, “presa male” è il sentirsi soli in una stanza senza quella persona.
C’è un filo conduttore, ovvero una storia d’amore che inizia e finisce: “Molto di più” è la prima volta che dici “ti amo”, “Chill” è la ricerca di uno stato di relax con il tuo partner, “Jim Carrey” è il giorno di fine della storia, “Mentalmente instabile” è lo sfogo postumo con un pizzico di ironia, “presa male” è il sentirsi soli in una stanza senza quella persona.
Nei primi giorni dell’anno è uscito anche il tuo
singolo in radio: ce lo racconti?
“Jim Carrey” racconta il giorno della fine di un amore che pensavo fosse quello della vita.
Si intitola con il nome dell’attore perché l’ispirazione è nata guardando una scena in uno dei suoi film più celebri (The Truman Show), dal quale è nata la frase “clue” della canzone, una domanda un po’ esistenziale: “troverò qualcuno in questa vita che mi ami senza incrociare le dita?”. In più, quando nella mia vita era successa la storia che racconto inconsciamente mi ero sentito come se fossi in un suo film, non “The Mask” ma una sorta di “Se mi lasci ti cancello”: è un’associazione che ho fatto istintivamente, più per l’inaspettato evento accaduto che per l’evento stesso.
Tra l’altro c’è anche una connessione tra me e Jim Carrey sul numero 23, il mio numero fortunato: nella prima scena del videoclip avevo messo quel numero, ma ho scoperto solo dopo che Jim Carrey era protagonista di un film dove era ossessionato dal numero 23!
“Jim Carrey” racconta il giorno della fine di un amore che pensavo fosse quello della vita.
Si intitola con il nome dell’attore perché l’ispirazione è nata guardando una scena in uno dei suoi film più celebri (The Truman Show), dal quale è nata la frase “clue” della canzone, una domanda un po’ esistenziale: “troverò qualcuno in questa vita che mi ami senza incrociare le dita?”. In più, quando nella mia vita era successa la storia che racconto inconsciamente mi ero sentito come se fossi in un suo film, non “The Mask” ma una sorta di “Se mi lasci ti cancello”: è un’associazione che ho fatto istintivamente, più per l’inaspettato evento accaduto che per l’evento stesso.
Tra l’altro c’è anche una connessione tra me e Jim Carrey sul numero 23, il mio numero fortunato: nella prima scena del videoclip avevo messo quel numero, ma ho scoperto solo dopo che Jim Carrey era protagonista di un film dove era ossessionato dal numero 23!
Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con
i nostri lettori?
Al momento niente di sorprendente se non che sta per uscire nuova musica, anche in featuring con mia sorella Elena Faggi. Infatti, in parallelo al mio primo EP ho lavorato anche alla produzione del suo, “Prevedibile”, con all’interno la canzone “Che ne so” che avevamo portato a Sanremo 2021 Nuove Proposte (diretti dal Maestro Vessicchio).
Al momento niente di sorprendente se non che sta per uscire nuova musica, anche in featuring con mia sorella Elena Faggi. Infatti, in parallelo al mio primo EP ho lavorato anche alla produzione del suo, “Prevedibile”, con all’interno la canzone “Che ne so” che avevamo portato a Sanremo 2021 Nuove Proposte (diretti dal Maestro Vessicchio).