Lux e la furia dell'anima: il nuovo singolo "Ariosto" tra istinto e vulnerabilità


La musica di Lux è un viaggio tra emozioni contrastanti, immagini evocative e melodie che catturano l'anima. Con il suo nuovo singolo Ariosto, l'artista si immerge in una riflessione intensa sulla fragilità dei legami umani, sulla paura di lasciarsi andare e sul tumulto interiore che spesso accompagna le relazioni. Un brano che, come il celebre personaggio di Ludovico Ariosto, si muove tra passione e smarrimento, tra desiderio e resistenza.

Lux ha sempre vissuto la musica come un linguaggio intimo e viscerale. Dalle prime esperienze nel coro delle scuole elementari alle sperimentazioni durante il lockdown del 2020 con l'ukulele, il suo percorso artistico è stato segnato dalla scoperta continua di nuove forme di espressione. Oggi, grazie allo studio del canto e alla scrittura, ha trovato una dimensione musicale autentica e personale, capace di raccontare storie in cui tanti possono riconoscersi.

Le influenze che hanno plasmato la sua identità musicale spaziano dalla profondità emotiva di Marco Mengoni alla poesia quotidiana di artisti come Calcutta, Alfa, Gazzelle e Bresh. Un mix di sonorità e parole che trasforma le esperienze personali in canzoni capaci di toccare corde universali.
In Ariosto, Lux esplora il conflitto tra il bisogno di sentirsi liberi e il timore di perdersi nell'altro. Una canzone nata quasi per istinto, figlia di un'urgenza espressiva che non lascia spazio a filtri o compromessi. Il risultato è un brano impetuoso e sincero, in cui la voce dell'artista si fa portavoce di una generazione che cerca di orientarsi tra emozioni contrastanti e incertezze affettive.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Lux per scoprire di più sul suo percorso, sulle sue ispirazioni e sui sogni futuri. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ci spieghi un po’ com’è nata la tua passione per la musica?
Fin da piccola, la musica ha avuto un posto speciale nella mia vita. Mia madre cantava spesso e, senza accorgermene, assorbivo quella passione. Non ho seguito lezioni di canto da bambina, ma mi divertivo a giocare con la voce, registrandomi e cantando in casa con entusiasmo.
La mia prima esperienza “vera” con il canto è arrivata alle elementari, quando sono entrata nel coro Ugole Verdi. Per la prima volta cantavo davanti a un pubblico, ed è stato allora che ho capito quanto mi facesse stare bene.
Alle medie avrei voluto iscrivermi alla sezione musicale, ma non ho potuto sostenere l’audizione. Così la musica è rimasta qualcosa di intimo, fino al liceo, quando ho fatto parte del coro scolastico per cinque anni.
Durante il lockdown del 2020, quasi per gioco, ho iniziato a suonare l’ukulele. Pensavo fosse solo una curiosità passeggera, ma invece quello strumento è diventato fondamentale per il mio percorso musicale. Grazie all’ukulele ho scritto il mio primo brano e scoperto la passione per la scrittura.
Tre anni fa ho deciso di studiare canto alla RC Vociproduzione, un luogo che oggi considero una seconda casa. Questo percorso mi ha dato la possibilità di crescere, sperimentare e trovare la mia identità musicale, sia nel canto che nella scrittura.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Il coro “Ugoleverdi”… Alle elementari facevo parte di questo coro ed è stata la prima volta (tralasciando il cantare a casa) che mi cimentavo a cantare da solista e a esibirmi in piccoli concerti. Ricordo ancora l’emozione di stare su quel palco, la sensazione di libertà e felicità che provavo nel dare voce alla musica. È un ricordo a cui sono profondamente legata, perché è lì che ho capito quanto cantare fosse parte di me.

La tua definizione di musica.
La musica è il linguaggio invisibile dell’anima, un filo sottile che lega emozioni e storie in vibrazioni. È il luogo in cui il tempo si dissolve, le parole si vestono di melodia e il silenzio trova voce. Per me, scrivere e cantare è come dipingere l’aria con sentimenti: ogni nota è un colore, ogni accordo una sfumatura, ogni canzone un piccolo mondo che prende vita.

Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
La musica italiana occupa un posto speciale nel mio cuore, forse perché capirne ogni sfumatura mi permette di viverla più intensamente. Tra tutti, Marco Mengoni è l’artista che riesce a toccarmi più nel profondo: la sua voce, la sua espressività, il modo in cui riesce a dare anima a ogni parola. Eppure, se penso a ciò che ha influenzato il mio percorso da cantautrice, il suo nome non è il primo che mi viene in mente.
Ho sempre apprezzato anche i grandi della musica italiana, come Lucio Battisti, un innovatore straordinario capace di trasformare parole in pura poesia. Nonostante la mia ammirazione per lui, il mio stile ha preso ispirazione altrove.
Sono stati artisti contemporanei come Calcutta, Alfa, Gazzelle e Bresh a lasciarmi davvero qualcosa. Il loro modo di scrivere, fatto di immagini semplici ma evocative, mi ha mostrato quanto una canzone possa raccontare emozioni universali attraverso dettagli apparentemente quotidiani. È grazie a loro che ho iniziato a tradurre le mie esperienze in testi che possano parlare a chiunque li ascolti.

Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare?
Mi piacerebbe tantissimo collaborare o duettare con Alfa, sia perché adoro il suo modo di scrivere e cantare, sia perché trasmette un’energia genuina e positiva. Inoltre, mi sembra una persona umile e autentica, qualità che apprezzo molto in un artista. Magari leggendo questa intervista accetta? Oppure questa domanda arriva a lui e la mia risposta vale già come proposta ufficiale?
Anche Bresh, Calcutta e Gazzelle sono tra i cantautori che ammiro di più. Amo il loro modo di raccontare emozioni con immagini semplici ma potentissime, capaci di trasformare momenti quotidiani in qualcosa di speciale.
Ovviamente, duettare con grandi voci come Marco Mengoni, Elisa o Giorgia sarebbe un sogno assoluto. L’idea di condividere una canzone con artisti del genere mi sembra quasi surreale… ma nella musica, mai dire mai!

Parliamo del tuo ultimo singolo: come è nata l’idea per questo brano?
Questo singolo è nato all’improvviso, quasi senza che me ne accorgessi, come se fosse già dentro di me e avesse solo bisogno di trovare la sua voce. Spesso le mie canzoni nascono così, da un’emozione che mi travolge e prende forma tra le parole e la melodia.
L’ispirazione è arrivata da un’esperienza personale che mi ha fatto riflettere sulla fragilità dei legami di oggi. Mi sono trovata in una di quelle “quasi storie”, dove la sintonia c’è, l’intesa è forte, eppure qualcosa frena, trattiene. Ho capito che, più che la mancanza di sentimenti, è la paura a fare da barriera. La paura di esporsi, di ammettere la propria vulnerabilità, di accettare che l’amore, in tutte le sue forme, è sempre un rischio. E troppo spesso, invece di affrontarlo, si sceglie di scappare.
Per questo la definisco furiosa, come l’Orlando di Ariosto. È caotica, istintiva, impulsiva. È il racconto di una lotta interiore tra il desiderio di lasciarsi andare e il terrore di perdersi.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Per adesso non ho progetti futuri definiti. Sto vivendo giorno per giorno, lasciandomi guidare dalle emozioni e dall’ispirazione del momento.
Quello che spero per il futuro è di continuare a pubblicare altri miei inediti, perché mi piace raccontare le mie storie e condividerle con gli altri. Non penso troppo a lungo termine, ma mi concentro su obiettivi a breve termine, su quello che posso fare oggi.
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