Intervista ad Antonella Ferrari per il nuovo romanzo “L’Isuledda”


Benvenuti a questa intervista esclusiva con Antonella Ferrari, autrice del romanzo "L’Isuledda". In questo libro avvincente, la scrittrice ci trasporta nell'incantevole mondo della Sardegna, esprimendo un amore profondo per questa terra magica e unica. 
 
Come hai iniziato il tuo percorso nella scrittura? Qual è stata la scintilla che ti ha spinto a diventare una scrittrice?
Sarà che in famiglia scrivevano tutti, è stato naturale prendere carta e penna e provare a buttare giù storie fantasiose o tratte dalla quotidianità, raccontare quello che accade intorno a me e trasformarlo in una trama interessante.
 
Tra i tuoi romanzi, c'è uno che ritieni particolarmente significativo o speciale per te? Perché?
Ogni libro è come un figlio.  Al momento la mia attenzione è rivolta all’Isuledda, quindi ora nel mio cuore c’è questo romanzo.  Ma come una madre non dimentico le pubblicazioni precedenti che fanno parte di me. Ognuna mi ha regalato qualcosa e arricchita interiormente, rendendomi più forte.
 
Scrivere romanzi storici richiede una notevole ricerca. Come affronti il processo di documentazione e ricerca per garantire l'accuratezza storica nei tuoi racconti?
Nell’Isuledda e prima in Adelaide, entrambi ambientati nell’800, c’è stato un lungo lavoro di ricerca che mi ha appassionato.  Scoprire la durezza della vita in quel periodo storico, la difficoltà nei collegamenti, la condizione della donna, il modo di parlare,  la frugalita’ del cibo quotidiano mi ha aperto gli occhi sulla fortuna di vivere nel XXI secolo con un smartphone in mano che contiene il mondo intero.
 
Nel tuo nuovo romanzo, "L'Isuledda", esplori temi come l'amore, la passione e la continuità attraverso i secoli. Qual è il messaggio principale che speravi di trasmettere ai tuoi lettori?
Cerco sempre di far trascorrere al lettore qualche ora di spensieratezza.  Tra amori contrastati e difficili, passioni più moderne e leggere, provo a veicolare allegria e speranza nella vita. Scrivo con un linguaggio semplice proprio per alleggerire la lettura, per far accostare ai libri anche chi non legge.
 
Qual è stato il momento più gratificante durante il processo di scrittura de "L'Isuledda"?
L’ Isuledda è nata spontaneamente, non ho dovuto faticare a mettere insieme la storia, le immagini mi passavano davanti come in un film. Giulia è Pepu ormai fanno parte della mia famiglia, e molte lettrici mi hanno rivelato che anche a loro pareva di trovarsi in Sardegna insieme ai protagonisti.
 
"L'Isuledda" è anche una storia di trasformazione personale. Cosa hai scoperto su te stessa mentre scrivevi questo libro?
Non finisce tutto con la morte, la vita si ripete nei secoli.  In questo tuffo nel passato sono cresciuta insieme a Giulia e sofferto con lei.  Le sue deduzioni sono le mie, i suoi dolori li ho condivisi con lei.  Ho impiegato un anno per concludere il libro, e alla fine non ero più la stessa Antonella che annotava le prime pagine.
 
Hai in programma nuovi progetti letterari in futuro? Puoi darci un'anticipazione su ciò su cui stai lavorando attualmente?
Ho terminato un romanzo che finalmente si svolge nel presente.  È la storia di un vecchio pescatore, molto saggio, che nella sua vita in giro per il mondo ne ha viste e sentite di tutti i colori. Intorno a lui persone di ogni genere che si rivolgono a questo anziano placido e disponibile, per un consiglio o una spalla su cui piangere.
Raccontato così non è molto interessante, invece è un libro più maturo dei precedenti.
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