Fabio De Vincente: “Si può vincere perdendo tutto, Vincente si rinasce! No Vincente no party!”


Vincente” è il nuovo album del cantautore Fabio De Vincente, un progetto impossibile da collocare in un unico filone di genere; si tratta di un racconto autobiografico sincero attraverso le canzoni. Rivolto al main stream è l’esempio perfetto di un crossover moderno, dove il piano è uno degli strumenti più presenti insieme alla scelta di groove tematici.
 
VINCENTEperchè arriva da un periodo molto difficile con il quale Fabio ha combattuto, VINCENTE perchè rientra nel suo DNA, nella sua indole contagiosa. Un album che ti trascina con se facendoti credere che anche tu ce la puoi fare e perchè ha tutte le carte di esserlo, oltre al cognome, anche il suo destino.
 
Ci spieghi un po’ com’è nata la tua passione per la musica?
Che non fosse una semplice passione lo si percepiva sin da piccolo quando a chi mi chiedesse cosa volessi fare da grande rispondevo il musicista.
 
Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Il mio primo ricordo nitido è a 5 anni quando a Natale mi regalarono una tastierina semi-giocattolo della Bontempi, e il giorno successivo, quello del mio compleanno mi suonai e cantai “Tanti auguri” e “Oh When The Saints Go Marching In”.
 
La tua definizione di musica.
Un'esigenza, il senso della mia esistenza, quasi un'ossessione. Poi è il mio lavoro, nel mio caso quello per cui sono disposto a rischiare tutto per continuare a farla.
 
Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
Inevitabilmente sei influenzato da ciò che ascolti e ti piace anche se non ho mai avuto idoli. Ho imparato tanto dai grandi cantautori come Renato Zero, Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Eros Ramazzotti, Antonello Venditti, Vasco, Gino Paoli, Zucchero e molti altri, artisti italiani del passato come Domenico Modugno, Fred Buscaglione, amo Pavarotti, dalle immense band internazionali come i Qeen, U2, Police, Dire Straits, Rolling Stones, AC/DC, dai Coldplay, adoro i gruppi anni 70' come Earth wind & Fire, Chic, Chicago, Toto, Supertramp e poi Ray Charles, Cheryl Lynn, Aretha Frenklin, Etta James, James Brown, Elvis, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Joe Cocker ho ascoltato molto Barry White, Sting, Michael JacKson, Whitney Houston, mi fa impazzire Frank Sinatra, amo molto il jazz e il pianismo di Keith Jarret, Bill Evans, la tromba di Chet Baker e le grandi opere dei classici come Puccini, Verdi, Strauss, Chopin, Beethoven, Tchaikovsky, mi gasa tantissimo l'house suonato e cantato (cosa che ho fatto nei club per diverso tempo), e poi Jhon Legend, Alicia Keys, insomma potrei riempire pagine intere con tantissimi artisti e altri generi che non ho citato ma se devo dirvi qual'è il massimo per me è Ennio Morricone.
 
Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare?
Sinceramente ho un featuring che vorrei portare a termine prossimamente ma non voglio svelarla, spero si realizzi.
 
Parliamo del tuo ultimo album. Come è nato?
“VINCENTE” mi scorre nelle vene, la scrittura delle canzoni è ciò che sin da bambino ho avuto l'esigenza di fare, il senso della mia vita parte da li. È questa la mia missione.
 
C’è un filo conduttore che lega i brani del disco?
E inevitabile quando racconti senza filtri la tua vita in canzoni.
 
La canzone che più ami del tuo nuovo album.
E' come chiedere ad un genitore qual è il suo figlio preferito.
 
Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Non vedo l'ora di tornare in studio a registrare brani nuovi, cosa che farò in primavera, intanto tra circa un mese sarà il momento di un altro singolo dell'album “Sempre gli stessi” e nell'immediato spero di avere opportunità per tornare a calcare più palchi possibili.
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