Ai precedenti due dischi sono seguite numerose date live in
band e in acustico, che hanno toccato le principali città d’Italia e i club del
circuito indipendente.
Giovanni Santese ha preso parte, inoltre, allo storico concerto del Primo Maggio di Taranto davanti a 100.000 presenze insieme a Fiorella Mannoia, Afterhours, Vinicio Capossela, Tre Allegri Ragazzi Morti e tanti altri.
Abbiamo incontrato il
cantautore in occasione dell'uscita del suo nuovo singolo “Dobbiamo fare bellezza”.
Qual
è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Prima che iniziassi davvero a prendere lezioni di chitarra, ricordo che avevo delle case di riferimento di amici o parenti in cui sapevo che c’era una chitarra, ed ogni volta che ci andavo mi fiondavo a suonare, senza saper suonare, arpeggiando a caso.
La tua definizione di musica.
Sicuramente è difficile darne una definizione in due parole. La musica è un linguaggio superiore, viaggia sul piano delle emozioni e delle sensazioni, e ci permettere di comprendere molto di noi e della ricchezza dell’essere umani, al pari, o forse più, di un discorso logico o di una dimostrazione scientifica.
Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
I primi artisti italiani che ho ascoltato nella vita sono stati De Andrè e Battisti, poco dopo ho scoperto Guccini, De Gregori, Dalla, Gaetano e tutti gli altri. Ciascuno di loro ha lasciato qualcosa nella mia musica, sicuramente.
Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare?
Nessun nome in particolare. Mi piace pensare che le collaborazioni debbano nascere in maniera spontanea e sincera. Non ho mai scritto qualcosa con qualcuno, perciò se capiterà, sarà veramente un fatto nuovo e importante per me.
Parliamo del tuo ultimo singolo: come è nata l’idea per questo brano?
La canzone è nata dopo il primo giorno di scuola di mio figlio. Avevo bisogno di elaborare il turbine di emozioni che quella giornata mi aveva provocato, ed ho buttato giù di getto queste righe. Non è troppo comune che le mie canzoni vengano fuori in maniera così istintiva, è stato quasi un atto di auto-psicanalisi, dovevo sistemare pensieri ed emozioni, ricordo ancora la sensazione di riallineamento che ho provato quando il pezzo era concluso.
Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Tra pochissimo tempo uscirà il fisico del disco che troverete in anteprima ai concerti, di cui presto usciranno le date, mentre il digitale sarà disponibile in primavera. I primi concerti perciò saranno tutti delle anteprime.
Giovanni Santese ha preso parte, inoltre, allo storico concerto del Primo Maggio di Taranto davanti a 100.000 presenze insieme a Fiorella Mannoia, Afterhours, Vinicio Capossela, Tre Allegri Ragazzi Morti e tanti altri.
Prima che iniziassi davvero a prendere lezioni di chitarra, ricordo che avevo delle case di riferimento di amici o parenti in cui sapevo che c’era una chitarra, ed ogni volta che ci andavo mi fiondavo a suonare, senza saper suonare, arpeggiando a caso.
La tua definizione di musica.
Sicuramente è difficile darne una definizione in due parole. La musica è un linguaggio superiore, viaggia sul piano delle emozioni e delle sensazioni, e ci permettere di comprendere molto di noi e della ricchezza dell’essere umani, al pari, o forse più, di un discorso logico o di una dimostrazione scientifica.
Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
I primi artisti italiani che ho ascoltato nella vita sono stati De Andrè e Battisti, poco dopo ho scoperto Guccini, De Gregori, Dalla, Gaetano e tutti gli altri. Ciascuno di loro ha lasciato qualcosa nella mia musica, sicuramente.
Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare?
Nessun nome in particolare. Mi piace pensare che le collaborazioni debbano nascere in maniera spontanea e sincera. Non ho mai scritto qualcosa con qualcuno, perciò se capiterà, sarà veramente un fatto nuovo e importante per me.
Parliamo del tuo ultimo singolo: come è nata l’idea per questo brano?
La canzone è nata dopo il primo giorno di scuola di mio figlio. Avevo bisogno di elaborare il turbine di emozioni che quella giornata mi aveva provocato, ed ho buttato giù di getto queste righe. Non è troppo comune che le mie canzoni vengano fuori in maniera così istintiva, è stato quasi un atto di auto-psicanalisi, dovevo sistemare pensieri ed emozioni, ricordo ancora la sensazione di riallineamento che ho provato quando il pezzo era concluso.
Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Tra pochissimo tempo uscirà il fisico del disco che troverete in anteprima ai concerti, di cui presto usciranno le date, mentre il digitale sarà disponibile in primavera. I primi concerti perciò saranno tutti delle anteprime.